STRADA MAESTRA

  • uno spettacolo di Nardinocchi Matcovich
  • dal progetto di ricerca Terramadre
  • di e con Laura Nardinocchi, Niccolò Matcovich
  • scena Bruno Soriato, Giuseppe Frisino
  • sound design Dario Costa · light design Chiara Saiella ·  foto Simone Galli
  • una produzione Florian Metateatro

con il supporto di Sementerie Artistiche, Ass. Ippocampo, Ferrara OFF, Laagam – ORA | IntercettAzioni Centro di Residenza della Lombardia, Teatri di Vita, Elsinor / Teatro Cantiere Florida, TRAC – Centro di Residenza Pugliese, Theatron 2.0

progetto vincitore Bando CURA 2023, Life is Live – un progetto di Smart e Fondazione Cariplo
Bando Verdecoprente 2022, Bando OFFline 2023
progetto finalista Premio Cantiere Risonanze 2022

Esiste un patto tra noi e la natura? Riusciamo ad osservarla? È ancora un nostro interlocutore? La natura ha memoria? Noi siamo città o natura? A queste domande non avevamo una risposta.
Per questo, con Strada maestra, abbiamo intrapreso un progetto di ricerca durato più di un anno, che ha avutol’obiettivo di ridefinire il nostro rapporto con la natura.Un desiderio che abbiamo sentito entrambi, anche se nasceva da esigenze opposte. Ciò che ci ha accomunati è stata però la voglia di uscire dalla città in cui viviamo per esplorare nuovi territori e incontrare molteplici umanità. Abbiamo attraversato diverse regioni e in ogni territorio abbiamo incontrato e intervistato persone che vivono e lavorano a contatto stretto con la natura: contadini, allevatori, produttori di vino, apicoltori, pescatori, enti parco, guide escursionistiche.
Ne sono nate delle istantanee oggettive delle umanità incontrate, quelle più significative e diversificate fra loro, raggruppate in determinati titoli: essere concretezza, essere intelletto, essere paura, essere lotta ed essere individualità. Grazie agli incontri, ne è nata anche una scena “partecipata” dello spettacolo, costruita solo con materiali e oggetti ricevuti dalle persone intervistate.
Al racconto oggettivo dei luoghi attraversati e alle istantanee delle varie umanità incontrate si alternano degli stralci più intimi e autobiografici, contenuti nei diari che abbiamo scritto durante tutto il progetto di ricerca. Il diario veniva scritto alla fine di ogni giorno di residenza, seguendo due importanti regole: doveva essere segreto all’altro e una volta scritta una determinata pagina non si poteva più rileggere né modificare.
Nello spettacolo quindi si intreccia l’individuale e il collettivo, ci sono elementi soggettivi e autobiografici, ma la “consegna ultima” è uno sguardo oggettivo sulla realtà che ci circonda.